Vestitelo Massaieddas
a terra non deve toccare
un Dio ne dobbiamo fare
per tutto il giorno di carnevale
Ha la maschera di luna
e il cavallo guarnito di fiori
deve sfidare la fortuna
per questo egli è il Componidori
Componidori… Componidori… Componidori…
La fortuna è fatta a stella
nella giostra della Sartiglia
e nel colpo del suo stocco
tutto il raccolto l’abbiamo messo
E quando esce finalmente
nella folla della gente
un Dio lo vedono e un Dio si sente
un Dio lo vedono e un Dio si sente (2)
Componidori… Componidori… Componidori…
Svestitelo Massaieddas
a terra può ritornare
la maschera gli fa male
e muore dalla voglia di pisciare.
Ora è tornato normale
e sui suoi piedi può camminare
le ragazze le può toccare
le botti di vino le può svuotare
che è meglio fottere che comandare.
Le ragazze le può baciare,
le botti di vino le può svuotare,
che è meglio fottere che comandare.
Componidori… Componidori… Componidori…
Prendetelo Massaieddas
a terra l’hanno trovato
col cilindro schiacciato di lato
e in volto la maschera di un beato.
Ora che la festa è finita
e se ne è andata con lei la vita,
in faccia gli è restata
appiccicata la mascherata
di venti teglie di zuppa cuvata
quaranta mestoli di vernaccia
di spiedini di carne da caccia
di porcetti e di uccelletti
di abbardente e di amaretti
e dei ventitrè quintali di vino
E così è finito il destino
il destino di Carnevale
che tutti gli anni deve crepare,
il destino di Carnevale
che tutti gli anni deve crepare…
Componidori… Componidori…
Componidori… Componidori…
Componidori…
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