Cade pioggia, cade neve,
non ho più la mia virtù,
cosa importa quel bambino alla finestra.
Il dolore della gente non riguarda la mia età,
chiude gli occhi e per un giorno è sempre festa.
Anna è morta, Mario non c'è più,
non hanno più parole.
Le canzoni che scrivevo non le riconosco più,
sono l'ombra di un fantasma che cammina,
ma Susanna mi dà la mano come prima.
Ho dormito troppo a lungo,
la montagna era stregata
da un poeta che suonava il pianoforte,
ho sognato le mie mani che sparivano nel buio
mentre Dio me le stringeva un po' più forte.
Quattro porte, quattro verità e ognuno sorrideva,
e il palazzo di granito
con un uomo che gridava
e la luna che sembrava una patata.
Ma Susanna non l'ho dimenticata.
E Marianna camminava con il sole nei capelli,
aggrappata a un Paradiso di stagnola.
Ogni uomo che passava ne toccava la sorgente
e lasciava la sua anima da sola,
e la strada divideva due esistenze parallele,
l'orizzonte ne copriva la realtà.
E Marianna non sapeva cosa fosse veramente quel diamante
che stringeva nella mano,
mentre il sole la seguiva da lontano.
Cade piogga cade neve,
chi ha guardato le mie carte
sa che forse la mia vita è già decisa.
Lilly Greco non capisce ma che Dio lo benedica,
ho un bicchiere e una bistecca e mi diverto.
Quattro porte, quattro verità e ognuno sorrideva,
e il palazzo di granito
con un uomo che gridava
e la luna che sembrava una patata.
Ma Susanna non l'ho dimenticata.
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