Vecchi i cristalli tintinnano
nel trasandato hotel
luci sinistre han le musiche
non è il "Guglielmo Tell"
la radio situata nel angolo
di semioscurità
sembra una pagoda mongola
dell'infelicità
Da-dam, da-dam, da-dam
Viaggiatori di commercio
rifuggiatisi quassù
piccioni dalle ali bagnate
la pioggia sedia e non smette più
guardano a turno il telefono
sempre impassibili e
il loro tempo si sbriciola
sembra passabile
Da-dam, da-dam, da-dam
Uno dalla scala a chiocciola
scende da basso e sta
fermo sul legno che scricchiola
per la sua vetustà
sì, venditori vecchi
incantatori, suggestionatori,
la strada fatta là fuori
è stata percorsa già
Da-dam, da-dam, da-dam
"Pesce Veloce del Baltico"
dice il menu che contorno han
torta di mais e poi servono
polenta e baccalà
cucina povera e umile
fatta d'ingenuità
caduta nel gorgo perfido
della celebrità
della celebrità
Da-dam, da-dam, da-dam
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