Lavoratori a voi diretto è il canto
Di questa mia canzon che sa di pianto
E che ricorda un baldo giovin forte
Che per amor di voi sfidò la morte!
A te Caserio ardea nella pupilla
Delle vendette umane la scintilla
Ed allla plebe che lavora e geme
Donasti ogni tuo affetto ogni tua speme!
Eri nello splendore della vita
E non vedesti che lotta infinita
La notte dei dolori e della fame
Che incombe sull'immenso uman carname!
E ti levasti in atto di dolore
D'ignoti strazi altier vendicatore
E ti avventasti tu si buono e mite
A scuoter l'alme schiave ed avvilite!
Tremarono i potenti all'atto fiero
E nuove insidie tesero al pensiero
Ma il popolo a cui l'anima donasti
Non ti comprese eppur tu non piegasti!
E i tuoi vent'anni una feral mattina
Gettasti al vento dalla ghigliottina
E al mondo vil la tua grand' alma pia
Alto gridando: Viva l'Anarchia!
Ma il dì s'appressa o bel ghigliottinato
Che il tuo nome verrà purificato
Quando sacre saran le vite umane
E diritto d'ognun la scienza e il pane!
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
Donde ruggire udrai la final guerra
La gran battaglia contro gli oppressori
La pugna tra sfruttati e sfruttatori!
Voi che la vita e l'avvenir fatale
Offriste su l'altar dell'ideale
O falangi di morti sul lavoro
Vittime de l'altrui ozio e dell'oro!
Martiri ignoti o schiera benedetta
Già spunta il giorno della gran vendetta
Della giustizia già si leva il sole
Il popolo tiranni più non vuole!
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