Liberamente tratta da una poesia di G. Pascoli
Tornava una rondine al tetto, poi
L'uccisero e cadde tra spini
Ella aveva nel petto un insetto
La cena dei suoi rondinini.
Ora la' come in croce che attende
Quel verme, quel cielo lontano
E il suo nido nell'ombra che attende
Che pigola sempre piu' piano.
Anche un uomo tornava al suo nido
L'uccisero, disse perdono
E resto' negli aperti occhi un grido
Portava due bambole in dono.
Ora la' nella casa romita
L'attendono, attendono in vano
Egli immobile attonito addita
Le bambole il cielo lontano.
E tu cielo dall'alto dei monti
Sereno, infinito, immortale
Oh d'un pianto di stelle lo innondi
Quest'atomo opaco del male.
Tornava una rondine al tetto,
L'uccisero, cadde tra spini
Ella aveve nel becco un insetto
La cena dei suoi rondinini.
Tornava una rondine al tetto,
L'uccisero, cadde sui pini
Ella aveva un verme da un etto
La cena dei suoi rondinini.
Poverini, poverini i rondinini,
Sono solo dei bambini,
Poverini i rondinini piccolini,
Poverini, poverini, poverini !
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